La crisi sembra non finire più. Nessuno ormai si fida dell’altro, come dimostrano i tassi interbancari al top ormai da qualche mese. La crisi a breve si sposterà dalla parte finanziaria a quella economica. In termini semplici, le aziende dovranno soffrire un grosso credit crunch.
E’ passata di sfuggita la notizia che la As Roma dovrà rimborsare 130 milioni di euro a Unicredit proprio in vista di una riduzione del credito. La perdita di credito per molte aziende significherà ridurre gli investimenti e tagliare il personale.
Su internet le nuove start up avranno difficoltà a trovare venture capital.
Crisi e pochi nuovi progetti. Nessuno vorrà investire su Internet
Pochi nuovi progetti. Negli anni del boom di borsa sono nate tante realtà su internet, basti pensare a Facebook, MySpace, YouTube, Second Life. Nati appunto negli Stati Uniti in questi anni dove circolavano molti liquidi. Oggi chi investirà un euro su questi nuovi progetti? La mancanza di investimenti consoliderà per un po’ di tempo le posizioni dei progetti già nati che si stanno consolidando. Gli investimenti ridurranno le start up su Internet soprattutto perchè come sappiamo la maggior parte di queste non riesce a camminare da sola per un po’ di tempo (almeno per i primi due anni). E se mancano i soldi per i “settori hard” dell’economia (penso al manifatturiero) credo che anche gli investimenti in comunicazione saranno di conseguenza diminuiti. Anche se c’è da dire che il mercato internet, che è sopratutto un mercato low cost senza intermediari, può essere il punto da cui ripartire per rendere più efficiente l’economia con meno sprechi dovuti alla catena dell’intermediazione. Ma per il momento sarà difficile far partire nuove cose perchè gli investitori non vogliono rischiare.
Google e la pubblicità: le aziende vogliono sapere dove vanno i loro soldi
Google e la pubblicità continueranno la loro scalata anche se con percentuali più basse. Come già notato da Zambardino di Repubblica a Google sarà chiesta maggiore trasparenza in un periodo di crisi. Dove vanno a finire i soldi della pubblicità. In un periodo come questo nessuno può dire “dammi i soldi poi ti pubblicizzo io”, tutti gli investimenti dovranno essere molto calibrati. E per questo Google dovrà nella gestione Adsense – Adwords dare maggiore trasparenza. Se il calo della pubblicità è il primo sintomo della recessione allora oggi ci siamo già in crisi economica. Sta per arrivare la parte più brutta della crisi, quella che taglia aziende e posti di lavoro. Anche internet ne soffrirà, ma è già stata abituata a cose del genere con la bolla speculativa sulla new economy del 2000. Poi sono nate tante realtà nuove, speriamo che anche domani sia così.
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