Per sfuggire alla crisi dei mutui negli Stati Uniti è necessario inventarsi altre alternative. Una di queste è l’asta dei domini internet. A Los Angeles si è svolto il 22 e 23 gennaio il “DomainFest”. Per ogni dominio in vendita registrato viene affidata una quotazione. A seconda del nome a dominio i ricavi possono essere milionari. Il dominio più pagato è stato porn.net con oltre 400.000 dollari seguito da bookmarks.com. Per fare business in questo settore occorre quindi un buon fiuto per gli affari per registrare in anticipo quei domini che diverranno in più cliccati dopo qualche tempo. Il sig. Frank Shelling ha iniziato a collezionare indirizzi Web quasi per gioco e ora ne ha accumulati oltre trecentomila, valutati in più di cento milioni di dollari.
Per i domini.it la cosa è decisamente diversa, vi riporto il regolamento per la Risoluzione delle Dispute nel ccTLD .it:
Le seguenti circostanze, se dimostrate, saranno ritenute prova della registrazione e dell’uso del
dominio in mala fede:
a) circostanze che inducano a ritenere che il nome a dominio è stato registrato con lo scopo
primario di cedere, concedere in uso o in altro modo trasferire il nome a dominio al
ricorrente, titolare di un nome oggetto di un diritto riconosciuto o stabilito dal diritto
nazionale o comunitario, o ad un suo concorrente, per un corrispettivo, monetario o meno,
che sia superiore ai costi ragionevolmente sostenuti dal resistente per la registrazione ed il
mantenimento del nome a dominio;
L’asta dei domini.it in Italia è dunque illecita. Anche se nessuna autorità italiana ha i poteri per poter prevenire e sanzionare questi abusi. Tutto rimane nell’ambito della dottrina della legge di internet. Come dire.. fatelo ma senza farvi vedere…
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